D2 BLOG: Che cos’è lo smartworking?

Pubblicato da Michael il

Cos’è lo Smart -Working?

Dagli utilizzatori ai vantaggi e svantaggi di questa nuova realtà

Lo Smart Working, o anche detto Lavoro Agile, è un nuovo approccio al modo di lavorare e collaborare all’interno di un’azienda.

Ecco i quattro pilastri fondamentali su cui si basa:

  •  revisione della cultura organizzativa, implicando il passaggio ad una definizione del lavoro per obiettivi e non più su ore lavorate. Ne consegue una revisione del rapporto fra il manager e il dipendente che lavora in Smart Working passando dal controllo (tipico del lavoro in ufficio) alla fiducia;
  •  flessibilità di orari e luoghi di lavoro, collegato al precedente esso riguarda la definizione di policy che garantiscano una certa flessibilità rispetto all’orario e al luogo di lavoro;
  •  dotazione tecnologica, va da se che la tecnologica deve supportare e valorizzare questo nuovo sistema lavorativo attraverso il cloud, i device portatili e tutti gli strumenti che supportano la collaborazione;
  • spazi fisici che devono evolversi per supportare le differenti esigenze.

Lo Smart Working, mette al centro dell’organizzazione la persona con lo scopo di far convergere i suoi obiettivi personali e professionali con quelli dell’azienda facendo aumentare la sua produttività. Ma l’aumento dell’autonomia non è l’unico vantaggio, difatti cospicui sono i risparmi economici (trasporti pubblici o forniture) e di tempo, soprattutto nelle grandi città.

All’aumento della produttività va di pari passo l’aumento dell’autostima e della motivazione del lavoratore che apprezza maggiormente il lavoro svolto e l’azienda. Ultimo aspetto importante da prendere in considerazione è l’inclusione, difatti lo Smart Working consente l’integrazione delle persone a mobilità ridotta.

Come sempre, c’è anche l’altra faccia della medaglia; soprattutto quando ci si ritrova improvvisamente a modificare qualche aspetto della propria vita, a farlo in maniera imposta dall’alto e in modo non pianificato.

Tra gli aspetti negativi che i lavoratori hanno riscontrato lavorando in modalità Smart sono l’impossibilità di separare il lavoro e la vita privata, la difficoltà di concentrazione, l’isolamento e la mancata possibilità di condivisione formale e informale di informazioni che si svolge in un luogo di lavoro fisso.

Altro aspetto da prendere in considerazione è la mancanza di un determinato arco temporale entro cui un’attività lavorativa inizia e finisce con la conseguente difficoltà delle aziende di determinare le effettive ore di straordinario e la loro impossibilità di seguire, incentivare e motivare direttamente i propri dipendenti.

Tutte queste problematiche possono essere superate con un grande supporto tecnico e organizzativo, difatti lo Smart Working in Italia è sempre più diffuso: ad oggi il 58% delle grandi aziende lavorano in questo modo e il numero di Smart Worker sta sempre più crescendo (ad oggi sono più di 480.000)

l continuo sviluppo e aumento di questo nuovo metodo lavorativo ha portato il governo italiano ad elaborare una legge ad hoc. Dopo un primo periodo sperimentale caratterizzato da vuoti legislativi e parecchia confusione terminologica, la Legge n.81 del 22 maggio 2017 (anche detta Legge sul Lavoro Agile) ha finalmente regolato la materia del lavoro da remoto. La normativa definisce lo Smart Working in tutti suoi aspetti giuridici: diritti dello smart worker e controllo da parte del datore di lavoro, strumenti tecnologici e modalità con cui viene eseguita l’attività da remoto.

Smart Working significa ripensare il telelavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.

Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio.


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